Hanno fatto arrabbiare Antonio Conte! In conferenza stampa una domanda scatena la risposta piccata del mister
A guardarlo da lontano sembrava tranquillo. Antonio Conte aveva quella calma apparente di chi sa di essere pronto a tutto, anche alle domande più scomode. Solo che poi c’è quella domanda che non ti aspetti, o che forse ti aspetti, ma non sei mai davvero pronto a sentire. E infatti, stavolta, non gli è andata giù.
Durante la conferenza stampa pre-Napoli-Venezia, si parlava di tutto. Degli infortunati, dei convocati, di Lukaku e di Raspadori. Della testa, della tattica, persino di scosse di terremoto che Conte ammette di non aver sentito (“mi ha chiamato mia moglie, era di notte”).
Poi, a un certo punto, la stoccata: “In prima pagina su Tuttosport, il sondaggio con lei preferito per la Juventus. Cosa risponde?”. E lì si spezza qualcosa. “Io non devo rispondere a nessuno. Sono giochi mediatici, è arte in Italia. Qualsiasi risposta può creare qualcosa… sono giochi mediatici, ci stanno, e niente”. Fine della discussione, almeno per lui.
Eppure, chi lo conosce lo sa: quel “e niente” pesa. È come se avesse detto “basta così”, ma il tono tradiva fastidio. Perché è vero che Conte è abituato a questo tipo di attenzioni, ma quando ti mettono in mezzo a certi discorsi mentre sei seduto sulla panchina del Napoli, in corsa per qualcosa di grosso, beh… il sospetto che la pazienza si sia esaurita è forte.
Poi Conte si è rimesso il vestito del tecnico. Testa bassa, occhi sul campo. Il messaggio? Chi pensa che questa squadra possa distrarsi si sbaglia di grosso.
“Serve una dimostrazione di maturità”, ha detto riferendosi alla partita contro il Venezia, definita come “la finale dei Mondiali”. E ha aggiunto: “Dovremo essere più affamati di loro. Ho studiato chi ha giocato lì, le difficoltà che hanno avuto Inter, Roma e Lazio”.
Non è tipo da sottovalutare l’avversario, e infatti ci tiene a farlo capire: Venezia non è una passeggiata, anche se in pochi ci credono davvero. Ma lui sì. E, si sa, quando Conte ci crede, meglio seguirlo.
Uno dei passaggi più intensi è arrivato parlando della mentalità. “Le partite si possono anche perdere, ma non possiamo venire sconfitti sul desiderio e sulla voglia di vincere. Mai secondi a nessuno”. È lì che capisci quanto poco spazio ci sia per le chiacchiere su Juventus e dintorni. Conte è qui per vincere adesso. Non domani, non l’anno prossimo.
E occhio alla panchina, perché il tecnico ha sottolineato quanto sia importante il contributo di chi gioca meno. “Si sono fatti trovare pronti ed ora sono protagonisti”, ha spiegato. Una frase che vale oro, soprattutto per chi, fino a ieri, aspettava in silenzio. Ora, invece, Conte si aspetta che parlino in campo.
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