Partite truccate e denuncia shock per quanto riguarda l’ex Inter che, in Serie A, ha giocato tantissime sfide.
Era uno dei giocatori più in auge di quei tempi, vincendo pure tre titoli importantissimi con l’Inter. Due Scudetti e una Supercoppa italiana nell’Inter che poi arrivò al triplete, dopo il suo addio.
Denuncia shock direttamente al podcast Vamo a Calmarno dell’ex giocatore sudamericano. L’ex calciatore di Serie A ha svelato alcuni retroscena su partite indirizzate, accendendo i riflettori anche su una squadra in particolare, in quelle che sono dichiarazioni scottanti.
“Ho giocato tre partite truccate in Italia” ha dichiarato l’ex calciatore dell’Inter che, in Serie A e in Italia, ha indossato più maglie.
Ha indossato anche la maglia della Lazio, tra le più importanti in Italia e ha parlato quest’oggi di uno dei casi di calcioscommesse che potrebbe aprirsi, adesso, a distanza di anni.
Fa riferimento a ben tre partite giocate in Italia, Luis Jimenez, ex calciatore dell’Inter che in Italia ha trascorso gli anni del duemila, fino all’addio del 2011 con destinazione agli Emirati Arabi Uniti. Arrivato giovanissimo in Italia, nel 2002, si trovò poco dopo in una situazione molto particolare che racconta, a distanza di più di vent’anni, da quel momento.
Vuota il sacco dopo più di vent’anni. Ne ha parlato l’ex giocatore di Inter, Lazio, Parma, Fiorentina, Cesena e Ternana. Luis Jimenez ha così svelato cosa è successo in Italia, nell’esperienza vissuta in campo: “Ho giocato tre partite truccate, almeno. Non posso dirvi dove. Una cosa del genere in Cile non è mai successa, in Italia invece ho capito che non è la prima volta. Diverse le partite “combinate”, perché c’era parecchia mafia. Oggi meno, molti sono stati puniti. Per me è stato pesante, io volevo arrivare al top del calcio in Italia”.
Luis Jimenez parlando del singolo episodio, si è fatto scappare la partita in riferimento. “Giocavo con la Ternana e segnai dopo essere entrato dalla panchina. Il mio portiere voleva uccidermi. C’era un accordo per il pareggio della partita e quindi l’altra squadra doveva segnare per forza, il tempo per far uscire il pareggio era pochissimo. Lui giocava poco e voleva un pari senza gol. Io non lo sapevo, volevo solo fare il mio lavoro. Mi avvisarono dopo. Un’altra volta invece era con l’Atalanta. Primi e secondi in classifica, io mi procuro un rigore e tutti si disperavano. Pure il mio compagno segnò e si mise le mani al volto senza esultare. Rimasi fuori dal campo perché mi avevano colpito forte e il dottore mi disse che la partita era combinata”.
Spiegano da SportMediaset che la partita di riferimento, potrebbe essere quella tra Atalanta-Ternana, finita proprio 1-1 il 21 dicembre in Serie B nel 2003. Alla rete di Zampagna su rigore, rispose poi due minuti dopo e sempre nei minuti finali, Igor Budan. Chissà se queste parole verranno analizzate dalla Giustizia Sportiva e prese in considerazione per un nuovo clamoroso caso di calcioscommesse.
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