Colpo di scena per i tifosi del Napoli, ha detto ‘no’ a Maradona: le dichiarazioni di un ex protagonista fanno discutere
Si può dire di ‘no’ a un personaggio come Diego Armando Maradona? Difficile, ma non impossibile. Anche negli anni d’oro del Diez c’è qualcuno che ha avuto il coraggio, o l’ardire, di rifiutarlo, in maniera piuttosto clamorosa. E il riferimento non è a un secco ‘no’ nella vita privata, magari da una delle donne che in quel momento gli facevano battere il cuore, bensì a un rifiuto clamoroso da parte di un grande protagonista del mondo del calcio.
“C’è chi dice no“, cantava Vasco Rossi nell’omonimo album pubblicato nel 1987, pochi mesi prima della vittoria storica del primo scudetto da parte del Napoli. Una squadra, quella partenopea, trascinata in campo e fuori dal campo da Diego, totem immenso da tutti amato, da molti invidiato.
Nonostante in quel momento qualunque calciatore avrebbe fatto carte false per avere il fuoriclasse argentino nella propria squadra, e non certo come avversario, ci fu qualcuno che ebbe la forza di respingere una proposta da parte del Napoli, rifiutando in questo modo di giocare al fianco di Maradona. Una scelta incredibile, motivata però da un comportamento non accettabile. E non da parte di Diego.
Per quanto possa essere difficile da comprendere, anche in un momento storico magico per Maradona e per il Napoli rifiutare di diventare parte integrante di una squadra leggendaria, impossibile da dimenticare per un popolo intero e per una tifoseria carica di passione, in alcuni casi era doveroso.
Lo ha confessato, in un’intervista al Corriere della Sera, un grande ex calciatore, due volte finalista in Champions League con la maglia del Valencia e vincitore proprio in Spagna di campionati, coppe europee, nazionali e molto altro: Amedeo Carboni.
Classe 1965, considerato uno dei grandi talenti della sua generazione, il terzino toscano riuscì a emergere verso la metà degli anni Ottanta soprattutto in importanti realtà come Arezzo ed Empoli. Dopo un passaggio a Parma ebbe l’opportunità di fare il grande salto. Il suo rendimento aveva infatti impressionato le più grandi squadre italiane, trasformandolo in un obiettivo concreto, ad esempio, per l’Inter e anche per il Napoli.
Chiamato sotto l’ombra del Vesuvio dall’allora direttore sportivo Luciano Moggi, Carboni non escluse a priori un trasferimento in azzurro. Anzi, per valutare l’offerta si recò personalmente in sede. Ma qualcosa gli fece a quel punto cambiare idea: “Moggi mi chiamò e andai in sede, ma mi fece attendere per un’intera mattinata. Alla fine decisi di andarmene, e quando lui mi fermò, dicendomi che avrei giocato con Maradona, io non gli diedi più retta”.
Alla fine il grande salto lo fece comunque, andando a giocare nella grande Sampdoria di Mantovani, squadra impreziosita da talenti come Mancini e Vialli e guidata da un totem come Vujaidin Boskov. Un biennio per lui indimenticabile, terminato però prima di quel tricolore che lo avrebbe fatto diventare ancora più una leggenda del mondo del calcio.
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