Intervenuto nel corso di una diretta radiofonica, il numero uno istituzionale del tennis azzurro incorona Jannik Sinner: sentenza ‘d’oro’
Non si fa che parlar di lui. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, tutti (giustamente) lo esaltano. Jannik Sinner è all’apice – anzi, forse quello deve ancora essere raggiunto – della sua ancor giovane e brillante carriera.
Reduce dal trionfo di Rotterdam, dove ha stabilito una striscia, ancora aperta, di 15 vittorie consecutive nel circuito, con 32 vittorie negli ultimi 34 incontri disputati (non conteggiamo il ritiro a Bercy per un match che avrebbe dovuto disputare 14 ore dopo aver concluso l’ultimo), l’azzurro è ‘on fire’.
Il talento di San Candido si è appena issato al terzo posto del ranking mondiale, e non pare volersi arrestare. L’ultima notizia, poi, è di quelle da far venire l’acquolina in bocca. Carlos Alcaraz, lo spagnolo che fino ad una settimana fa lo precedeva in classifica di oltre 1000 punti, ha visto ora ridurre considerevolmente il suo vantaggio.
A causa del ritiro dell’iberico a Rio de Janeiro (problema alla cavilgia che lo ha costretto ad abbandonare il match contro Thiago Monteiro dopo soli due game), lo spagnolo ha ora soli 535 punti di margine su Jannik.
Se l’azzurro dovesse trionfare nel Masters 1000 di Indian Wellls, dove nel 2023 vinse proprio il nativo della provincia di Murcia, anche la pratica secondo posto sarebbe stata archiviata. A quel punto, passato il Sunshine Double, Sinner potrebbe legittimamente aspirare alla prima piazza del ranking.
Intervenuto a “La Politica nel Pallone” di Emilio Mancuso su Gr Parlamento, il presidente della Federazione italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi si è esaltato nel parlare di una vera gemma dello sport italiano qual è il tennista altoatesino. “Essere numero 3 è qualcosa di eccezionale, rappresenta il migliore risultato della storia ultracentenaria del nostro sport. Noi dobbiamo lavorare sempre più per dimostrare di meritarci un grande campione così”, ha esordito il dirigente.
“Adesso bisogna riuscire a rimanere sulla cresta dell’onda per dieci anni, irrobustire il fisico diventando un atleta straordinario come Djokovic”, ha aggiunto un Binaghi in vena di profezie trionfalistiche e anche, evidentemente, di suggerimenti sulla preparazione atletica del 22enne.
Una cosa è certa: Jannik ha fin troppo la testa sulle spalle. Il fatto di esser riuscito, primo da Lleyton Hewitt nel 2001, a vincere il torneo successivo al primo Major vinto è la dimostrazione palese di quanto il pericolo della ‘pancia piena’ non alberghi certo nella mente e nel cuore di Sinner e del suo staff. Si guarda sempre al prossimo obiettivo, insomma, mai a specchiarsi per quanto di straordinario appena conseguito.
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