La novità del cartellino blu potrebbe creare un bel po’ di caos se non si dovessero avere delle regole precise: attenzione alla nuova bufera
Il cartellino blu sta per diventare realtà. Dopo il prima via libera dell’Ifab, ovvero l’organo internazionale deputato a cambiare il regolamento del mondo del calcio, a marzo l’espulsione a tempo per falli tattici o quando troppi giocatori dovessero andare a protestare contro l’arbitro diventerà realtà.
Non in Fa Cup, però. Secondo quanto detto dalla Fifa in una nota dopo le polemiche specialmente in Inghilterra, infatti, per la rivoluzione c’è bisogno di tempo, e di molto cautela, motivo per il quale prima si sperimenterà nelle serie minori. Nonostante ciò, però, il chiacchiericcio intorno all’idea di introdurre anche nel mondo del pallone una regola già esistente nella pallamano, nella pallanuoto, nell’hockey e nel rugby non si ferma, e anche in casa nostra sono più i detrattori del cartellino blu rispetto ai favorevoli.
In onda su Radio Radio, Stefano Agresti, vice direttore della ‘Gazzetta dello Sport’, ha spiegato i motivi per i quali sarebbe davvero un caos se non ci fossero delle regole precise.
Il giornalista sportivo ha iniziato spiegando che già da ora si discute molto di quelle che sono le decisioni dell’arbitro: “Era giallo, era rosso, ora dobbiamo dire no ma è giallo, no è blu, no, ancora, è rosso. Se non fanno regole precise sarà un casino”, e questo perché, ha continuato, verrebbe sventolato soprattutto per i falli tattici.
“Sai quanti ne vengono fatti durante una partita? – si è chiesto -. Se il cartellino blu è per tutti i falli tattici, le partite in certi momenti si giocheranno otto contro sette. E questo francamente non mi convince”. Per Agresti, infatti, questo creerebbe ancora più confusione, polemiche ma anche degli adattamenti per gli allenatori.
“Ma sapete cosa vuol dire giocare in dieci per dieci minuti, poi tornare in undici, poi magari una volta trovarsi in nove, poi ritrovarsi in dieci? Vuol dire che l’allenatore deve essere pronto ad adattare il suo modulo, e i suoi calciatori ai cartellini blu più volte nella partita”. E ancora: “Non è un dettaglio, secondo me cambia proprio il modo di fare calcio e per me aggiunge confusione“, ha concluso il giornalista.
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