La figlia di un ex calciatore del Napoli rivela un dettaglio sconcertante: suo padre è stato dimenticato e la vera causa della sua morte le è stata crudelmente nascosta
Ci sono calciatori che restano nella storia di un club. Uomini che, anche se hanno vestito quella maglia per pochi anni, lasciano un segno indelebile nella squadra nella quale hanno militato, grazie alle loro prestazioni, al loro attaccamento verso la tifoseria, ma anche alle loro vittorie.
È questo il caso di Giuliano Giuliani, ex portiere che ha militato per due stagioni nel Napoli tra il 1988 e il 1990, sostituendo il partente Claudio Garella (che, ironia della sorte, aveva già sostituito all’Hellas Verona e che sostituirà nuovamente dopo aver lasciato la Campania per accasarsi all’Udinese) e contribuendo alla conquista di una Coppa UEFA e del secondo Scudetto della storia dei partenopei negli anni d’oro di Diego Armando Maradona.
Tre anni dopo il suo ritiro, avvenuto nel 1993, Giuliani morì a Bologna, nel reparto malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi a causa dell’AIDS, malattia che avrebbe contratto nel 1989 a causa di un rapporto extraconiugale non protetto.
Se la tifoseria partenopea non sembra aver dimenticato il proprio estremo difensore, per il quale molti napoletani nutrono ancora una grandissima stima e un enorme affetto, ricordandolo come uno dei migliori portieri passati in azzurro, così non è stato per la dirigenza.
La figlia Gessica, oggi trentaquattrenne, ha ricordato come il Napoli abbia mandato soltanto un vessillo al funerale del padre, anche a causa dello stigma sociale che una malattia come l’AIDS portava ancora in quegli anni. Malattia che, stando alla testimonianza della donna, non le è stata rivelata per molto tempo.
Napoli, la figlia di Giuliani attacca: “Hanno dimenticato mio padre, ho scoperto la verità solo a 18 anni”
Gessica aveva solo sette anni quando arrivò la notizia della scomparsa di suo padre, e ricorda come, per mesi, la maestra delle elementari l’abbia tenuta accanto alla cattedra per consolarla dai frequenti e inarrestabili pianti. A lei, come al resto del Paese e del mondo sportivo, era stato detto che l’ex portiere era morto a causa di un tumore ai polmoni.
Se però il mondo ha scoperto la verità poco tempo dopo, la giovane ha dovuto aspettare ben 11 anni. Lo racconta lei stessa, durante un’intervista per Fanpage: “Mi tenevano in una bolla di vetro. Ho scoperto la sua malattia da sola a 18 anni, facendo una ricerca per il diploma di liceo linguistico. Mi avevano sempre detto che era morto per un tumore, scoprire la verità così è stato orribile. Il pensiero che mio padre sia stato dimenticato è devastante, non se lo meritava. Sento di non aver mai superato la sua morte e per questo ho fatto tanti errori con i miei fidanzati. Oggi però sono contenta che mia figlia si chiami Giuliana, come il mio papà“.