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Napoli News

“È devastante”: Napoli, parla la figlia del grande ex

Straziante confessione della figlia di un grande ex del Napoli: “È devastante!”. Ecco tutti i dettagli

Il calcio brucia i suoi idoli con la stessa velocità con cui li mette sul piedistallo. Finché un calciatore è sulla cresta dell’onda, tutti si ricordano di lui, tifosi, media e addetti ai lavori.

La figlia di un grande ex del Napoli: “È devastante” (LaPresse)-ultimecalcionapoli.it

Ma appena un calciatore, anche un top player, appende le scarpette al chiodo decidendo di uscire completamente dal mondo del calcio, allora su di lui scende l’oblio.

È il caso di un grande ex del Napoli che pur avendo fatto parte dell’epopea del Napoli di Diego Armando Maradona è finito nel dimenticatoio, qualcosa di ‘devastante’.

Giuliano Giuliani difendeva i pali della porta del Napoli di Maradona che conquistò la Coppa Uefa nel 1989 e lo scudetto l’anno successivo. Dunque, il portiere romano, cresciuto ad Arezzo, occupa un posto di rilievo nella storia del club azzurro, eppure dopo la sua morte, avvenuta il 14 novembre del 1996 quando aveva appena compiuto 38 anni, è finito nel dimenticatoio.

Giuliani, la figlia: “Lo hanno dimenticato, è devastante”

Del resto Giuliani è stato il primo calciatore morto di Aids in un’epoca in cui essere infettati dal virus HIV era motivo di stigma sociale. Non a caso, la causa della morte dell’ex portiere azzurro, che esalò l’ultimo respiro nel reparto di Malattie infettive del Policlinico ‘Sant’Orsola’ di Bologna dopo aver accompagnato a scuola la figlia Jessica che allora aveva 7 anni, in un primo momento non venne attribuita al famigerato virus HIV.

La figlia di Giuliani: “Hanno dimenticato mio padre, è devastante” (Ansa)-ultimecalcionapoli.it

La stessa Gessica, oggi 34 enne, nel rivivere la sua dolorosa vicenda familiare – passare da un padre che l’accompagna a scuola a perderlo per sempre in un amen – nell’intervista concessa al ‘Resto del Carlino’, ha conosciuto la vera causa di morte del padre solo quando aveva 18 anni facendo una ricerca in preparazione all’esame di maturità: “Mi avevano sempre detto che era morto per un tumore ai polmoni. E conoscere la verità in quel modo è stato orrendo. È devastante il pensiero che mio padre sia stato dimenticato. Non lo meritava“.

Già, proprio così. D’altra parte, al funerale di Giuliani il Napoli inviò solo un vessillo mentre furono pochi i calciatori, tra cui Ciccio Graziani e ‘Spillo’ Altobelli, che vi parteciparono, indice del fatto che sul povero Giuliani il velo dell’oblio era caduto prima della sua morte, una sorta di damnatio memoriae che risaliva a quando già circolavano le voci sulla sua malattia.

Insomma, il calcio sa essere estremamente generoso con i suoi ‘figli prediletti’, ricoprendoli di onori, denaro e affetto imperituro, ma nello stesso tempo è spietato ostracizzando e facendo precipitare nell’oblio coloro che sono marchiati da uno stigma sociale.

Luigi Pasquariello

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