L’ex campionessa è stata trovata senza vita in casa, non ci sono certezze sulle cause della sua morte. Il mondo dello sport è sconvolto.
Non può che esserci un grande dispiacere quando scompare una persona che era ancora giovanissima e in maniera improvvisa, soprattutto perché in questi casi appare difficile riuscire a darsi una spiegazione e capire cosa sia davvero accaduto. È quello che è accaduto recentemente a un’ex campionessa che si era fatta apprezzare da tutti gli addetti ai lavori del suo sport soprattutto per la sua determinazione e la capacità non arrendersi mai, caratteristiche indispensabili quando si vogliono ottenere risultati importanti.
Il suo corpo ormai senza vita è stato ritrovato in casa, gettando chi ha avuto modo di conoscerla nello sconforto più totale, specialmente perché non c’era alcun segnale che facesse presagire potesse accadere questo. Anzi, a conferma della sua grinta e della determinazione che l’hanno sempre contraddistinta in carriera c’era il suo desiderio di provare a tornare a gareggiare, cosa che purtroppo non potrà essere esaudita.
L’ex sportiva che si è spenta è Miriam Francesca Vivarini, morta a soli 37 anni a Pescara, dove viveva. La salma è rimasta per alcuni giorni a disposizione della magistratura che ha deciso di aprire un’indagine per scoprire le cause del decesso, al momento non ancora rese note.
La morte della Vivarini lascia senza parole
Vivarini è stata campionessa el mondo (e vice campionessa europea di K1 nel 2014) di kickboxing, ambiente in cui si era fatta apprezzare per la grinta e la capacità di non mollare mai sul ring. Nel suo palmares ci sono anche diversi titoli mondiali, a conferma di come fosse una stella di prima grandezza per il nostro sport.
Nonostante allenamenti e gare le portassero via tanto tempo, la donna era riuscita anche a laurearsi in psicologia, arrivando a essercitare la professione. Questo non l’aveva comunque portata ad abbandonare la sua attività, anzi aveva manifestato al suo istruttore Massimo Diodati, che la affiancava nella preparazione, l’intento di riprendere al più presto a lottare a livello professionistico.
Diodati è certamente uno dei più sconvolti per la morte di Vivarini, soprattutto perché nell’ultimo periodo i due avevano avuto modo di trascorrere diverso tempo insieme sul ring e fuori. La sua capacità di non mollare mai l’ha portata ad avere molteplici interessi, al di là di quello per lo sport.
“Era schiva, riusciva a parlare con poche persone, ma spesso con occhi indagatori– sono le parole dell’istruttore riportate da ‘Il Fatto Quotidiano -. Era però anche una donna sensibile, con un umorismo quasi dark e attenta al sociale. Tra i suoi desideri c’era quello di seguire i bambini con un corso specifico. Ho fatto il possibile per sostenerla a livello psicologico nel suo desiderio di riprendere a gareggiare, anche se era impossibile farlo dopo un’inattività come la sua”.
Nella sua vita non sono mancati i momenti difficili, basti pensare alla sofferenza provata nel 2019 per la scomparsa del suo allenatore storico, Maurizio D’Aloia, stroncato all’età di 42 anni da un’emorragia. “Credo che Miriam non abbia mai superato veramente lo choc della perdita di Maurizio”, ha detto ancora Diodati.