Dopo gli errori di Antonio Rapuano in Supercoppa italiana, infuria la polemica sugli arbitri: “Ecco la verità inconfessabile”
De Laurentiis si è limitato a commentare ironicamente con un “Mi dispiace, provo imbarazzo per Rocchi” la direzione di gara ‘double face’ di Antonio Rapuano, arbitro della finale di Supercoppa italiana: permissivo nei confronti dei nerazzurri, in particolare Hakan Cahlanoglu, e fin troppo fiscale con gli azzurri, con Simeone a farne le spese con l’espulsione per una doppia ammonizione giudicata dai tifosi del Napoli e da molti commentatori eccessiva.
Per una volta il patron azzurro ha scelto il fioretto per affondare il colpo contro la classe arbitrale, rea dell’ennesimo torto agli azzurri. Meno diplomatico, invece, Walter Mazzarri che non ha esitato ha berciare ‘Peggio di Pechino, vergogna’ all’indirizzo di Rapuano mentre quest’ultimo sventolava il cartellino rosso sotto il naso di Simeone per poi disertare la cerimonia di premiazione in segno di protesta.
Non c’è che dire, le finali di Supercoppa italiana in terra straniera portano male agli azzurri: dopo lo scandalo in Cina, nel 2012 contro la Juventus, il quantomeno discutibile metro di giudizio del fischietto riminese a Riyadh contro l’Inter.
Tuttavia, i tifosi azzurri si dividono tra chi immagina un complotto ordito nelle alte sfere del calcio per favorire l’Inter e chi, invece, rimprovera al tecnico livornese un atteggiamento troppo rinunciatario, anche prima dell’inferiorità numerica.
Dove sta la verità? Beh, nell’epoca in cui spadroneggiano i social network non può che essere contenuta in un post su ‘X’, nello specifico quello del giornalista Fabio Ravezzani che ha fatto luce sul perché Rapuano abbia chiuso gli occhi nel primo tempo, quando i nerazzurri randellavano come fabbri senza essere sanzionati con il giallo, per poi punire con il giallo, nella seconda frazione di gioco, gli azzurri a ogni minimo contatto fisico.
Ebbene, secondo il direttore di Telelombardia, “gli arbitri tendono a ignorare i falli da giallo all’inizio per non rischiare troppe espulsioni. Così lo stesso intervenuto ha conseguenze diverse rispetto al momento in cui viene commesso”.
Dunque, nessuna macchinazione del Palazzo ma solo un diverso timing, il che è assurdo, anzi, come sottolinea Fabio Ravezzani, “è folle. Così come la zona (area o meno). Il tutto a scapito del gioco“, in quanto un fallo deve essere giudicato in base alla sua gravità e non in funzione del minuto di gioco in cui viene commesso.
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