Disastro in casa Napoli, la squadra naviga sempre più a centro classifica dopo lo scudetto dello scorso campionato
Situazione a dir poco scioccante in casa Napoli che in soli sei mesi è passato dalle stelle alle stalle. Il club azzurro, da campione d’Italia, sta vivendo un’annata a dir poco particolare e funestata da una brutta situazione che lo vede attualmente al nono posto in classifica. Un vero e proprio disastro che sta portando diversi membri della critica partenopea a chiedere la testa di Mazzarri, dopo quella già caduta di Garcia.
C’è sempre più sgomento per i partenopei, provenienti da un punto in tre gare, quattro se contiamo anche la Coppa Italia con la clamorosa eliminazione per mano del Frosinone. Una squadra che sembra allo sfascio totale, lasciata al proprio destino con le individualità che non riescono più a fare la differenza, in netta involuzione rispetto a quanto facevano l’anno scorso.
Le annate storte si vedono da tante cose, come ad esempio gli infortuni. Il Napoli ne è pieno, ha almeno un elemento fuori per reparto. Mettiamoci anche la Coppa d’Africa che ha portato via Osimhen e Anguissa, e la frittata è completa.
Alcuni giocatori però sono attualmente abili e arruolabili, ma sembrano i fantasmi di sé stessi. Ci riferiamo a Di Lorenzo, Lobotka, Rrahmani, Zielinski, Kvaratskhelia giusto per fare qualche esempio. La debacle di domenica scorsa contro il Torino (3-0 il finale) è stata amarissima. E arriva un annuncio scioccante sul club partenopeo, con chi ne annuncia… La morte!
A farlo è il giornalista di nota fede azzurra Raffaele Auriemma che è intervenuto a Radio 24 per parlare della situazione degli azzurri in cui non ha usato troppi giri di parole. “La squadra del Napoli è morta, ha bisogno del defibrillatore” è la pesante metafora usata dal noto collega che poi continua: “Non c’è un leader nello spogliatoio, stanno esplodendo tanti casi adesso che non c’è più Spalletti. Era lui il leader, grazie al gioco che dava”. Si osanna dunque Spalletti, mentre dopo Garcia è finito sul banco degli imputati Mazzarri.
Davvero le cose sarebbero andate diversamente se adesso sulla panchina azzurra ci fosse ancora l’attuale CT? Chissà, è impossibile dare una risposta. Spalletti tra l’altro ha lasciato proprio perché immaginava queste difficoltà, avendo raggiunto l’apice e volendo salutare da eroe. Probabilmente qualcosa aveva captato. La sensazione è che con un allenatore che faceva girare a meraviglia i suoi giocatori qualche punto in più lo si aveva, pur non replicando la scorsa stagione, cosa impossibile per chiunque.
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