Un lutto tremendo ha sconvolto il mondo dello sport italiano, se ne va un grande protagonista degli scorsi anni
A pochi giorni dal Natale, una tremenda notizia ha sconvolto il mondo dello sport italiano.
Gli appassionati e i tifosi hanno perso un grande punto di riferimento, un campione che aveva fatto sognare tutti gli sportivi del nostro paese per alcuni anni, raggiungendo traguardi importanti in Italia e all’estero e centrando uno storico record che resisteva, prima di lui, da ben venticinque anni. Un’impresa che gli permetterà di rimanere per sempre nella storia del nostro sport, anche adesso che purtroppo non c’è più.
Ad andarsene a causa di un male incurabile, a soli 44 anni, è stato Andrea Barberi. Un nome che non dirà molto a chi segue lo sport saltuariamente, a chi non riesce ad andare oltre le luci della ribalta del mondo del calcio o al massimo di quello dei motori, ma che ha scritto pagine importantissime della nostra atletica leggera.
Andrea è stato infatti uno dei grandi interpreti di una specialità dell’atletica che prima e dopo di lui non ha mai dato grandi soddisfazioni agli appassionati italiani, quella dei 400 metri.
Il velocista originario di Tivoli era stato infatti per ben otto volte campione italiano su questa distanza, tra il 2001 e il 2008, ed era riuscito nel 2006 a far suo uno straordinario record, chiudendo in 45” e 19, infrangendo il precedente primato di Mauro Zuliani che resisteva da ben 25 anni.
Protagonista sia in campo italiano che europeo, Barberi ha mantenuto il suo storico primato, ottenuto non lontano da casa, nel meeting di Rieti, per dieci anni, prima di essere superato nel 2016 da Matteo Galvan (a sua volta superato da Davide Re nel 2019).
Morto Andrea Barberi: il velocista italiano se ne va a soli 44 anni
Il suo più importante risultato in carriera rimarrà però il quinto posto ottenuto agli Europei di Goteborg del 2006, ripetuto l’anno dopo a Birmingham in occasione degli Europei indoor.
Simbolo della nostra atletica, nella sua carriera aveva indossato per venticinque volte la maglia azzurra della Nazionale, prendendo parte anche a tre edizioni dei Mondiali, senza riuscire però a ottenere piazzamenti di prestigio.
Conclusa la carriera agonistica, aveva scelto di proseguire il proprio percorso nelle Fiamme Gialle, diventando un membro della struttura tecnica del corpo dell’atletica, con l’obiettivo di individuare e formare i talenti del domani. Anche per questo il decesso è stato salutato con grande tristezza non solo dal presidente della Fidal, Stefano Mei, ma dall’intero gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, come sottolineato in un commovente comunicato pubblicato sul sito della Federazione.