Il Napoli ha rischiato di vivere una vera e propria tragedia, soprattutto per tutti i tifosi che sono affezionati a lui. È stato a un passo dalla morte
Il calcio è spesso considerato implicitamente un’estensione della vita con una finestra sull’eternità. Come se le prestazioni in campo, diventare idoli di un popolo, magari vincere dei trofei renda infiniti i protagonisti di quei trionfi, praticamente invincibili.
In realtà, non è affatto così e anche gli eroi di sempre sono esseri umani, ancor di più quando passano gli anni. Roberto Scarnecchia è un ex calciatore e allenatore molto amato, anche per il percorso che ha avuto in Serie A.
Tra gli anni ’70 e ’80 ha vestito maglie importantissime nel panorama italiano: dopo gli inizi alla Roma, con cui ha conquistato anche due volte la Coppa Italia, si è distinto con le casacche di Napoli, Pisa, Milan e anche con il Barletta, prima di ritirarsi.
Con i partenopei non ha lasciato un grandissimo segno, almeno sul campo: nella stagione 1982/83 ha totalizzato quindici presenze senza mai andare in gol. Eppure i tifosi se lo ricordano bene e l’hanno seguito anche dopo che ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.
Ha intrapreso la carriera di allenatore, senza arrivare ad alti livelli, e ora lavora tra i fornelli. Negli ultimi giorni, però, è finito sulle pagine di cronaca per un problema di salute piuttosto serio che l’ha riguardato.
Scarnecchia colpito da infarto: cosa è successo e l’appello sulla prevenzione
Si sono dispiaciuti in tanti quando hanno saputo ciò che è successo a inizio dicembre all’ex centrocampista del Napoli. Mentre era in zona Duomo ha avvertito un malore e, per fortuna, è stato accompagnato tempestivamente al pronto soccorso.
Si trattava di un infarto delle coronarie, per cui è stato operato d’urgenza al cuore e alla fine si è salvato. Dal letto di ospedale, Scarnecchia ha voluto raccontare a tutti i suoi fan ciò che gli era capitato rassicurandoli, ma lanciando anche un sentito messaggio di prevenzione via social: “Le persone un pochino più grandi, che magari fanno una vita sana come la mia, ogni tanto si facessero una visita alle coronarie. Una coronarografia, un elettrocardiogramma. Magari ti salvano la vita“.
Banalmente, prevenire è meglio che curare e l’ex centrocampista lo sa bene, anzi ora l’ha capito ancora meglio. Le sue condizioni, a distanza di giorni, sono buone: il peggio è passato, ma non la stima dei tifosi che l’hanno sempre apprezzato.