Uno dei più grandi beniamini della tifoseria del Napoli si è spento: i tifosi sono in lutto e piangono la scomparsa del loro eroe
Ci sono uomini il cui impatto su una squadra e sui tifosi trascende quello che fanno sul campo. Uomini che sono più che calciatori, capitani o leader. Diventano bandiere, veri e propri simboli di una squadra, di una società, che hanno, letteralmente o figurativamente, determinati colori tatuati addosso e li avranno per sempre.
È stato questo il caso per Antonio Juliano, ex calciatore, capitano, leader, bandiera e simbolo del Napoli, di cui in questi giorni i tifosi partenopei piangono la scomparsa, avvenuta il 13 dicembre 2023, tredici giorni prima di compiere 81 anni.
Durante la sua lunga ed onoratissima carriera, Totonno ha vestito la maglia azzurra, tra giovanili e prima squadra, per ben ventidue anni, diventando un pilastro della squadra e successivamente della società.
Centrocampista che coniugava alla perfezione qualità e quantità e che forniva, stando alla descrizione di Gianni Brera, “seppur a flebile ritmo, prestazioni stupende”, Juliano passò tutto il proprio periodo di formazione calcistica nelle giovanili del Napoli, alle quali si unì a soli dodici anni.
Esordì in prima squadra a venti, inserito dall’allora tecnico Bruno Pesaola nella semifinale di Coppa Italia che i partenopei vinsero contro il Mantova. Conquistò il primo trofeo in quello stesso anno, quando gli azzurri batterono la SPAL nella finale della stessa competizione.
Napoli piange Antonio Juliano, capitano e leader in campo e fuori
Diventato in breve tempo un punto fisso della formazione azzurra, fu un perno fondamentale per tutti gli allenatori che si susseguirono nel corso delle stagioni, dai tre mandati di Pesaola a Roberto Lerici, Rosalio Rivellino, Gianni Di Marzio e, soprattutto, durante i primi tre anni di Luís Vinício. In questo periodo conquistò, ed alzò da capitano, una Coppa delle Alpi, una seconda Coppa Italia e una Coppa di Lega italo-inglese, imponendosi come uno dei centrocampisti più forti del Paese. Fu quindi anche un tassello importante per la Nazionale, giocando da titolare il vittorioso Europeo del 1968.
È una delle giornate più brutte della storia del Napoli e dei suoi tifosi. Si è spento Antonio Juliano, che per due decenni è stato “il Napoli”.
Per coloro che non lo abbiano conosciuto vale la pena farsi raccontare chi sia stato e cosa abbia rappresentato per la nostra città.… pic.twitter.com/BgKD5TcYp2— Official SSC Napoli (@sscnapoli) December 13, 2023
Lasciato il capoluogo campano nel 1978, contribuì nella sua ultima stagione ad una insperata salvezza per il Bologna, prima di ritirarsi dal calcio giocato e iniziare una carriera da dirigente proprio nella squadra della sua vita.
Restano memorabili alcuni suoi grandi colpi di mercato come l’arrivo a Napoli di Ruud Krol, uno dei difensori più forti d’Europa, nel 1980 e soprattutto, quattro anni dopo, l’acquisto di Diego Armando Maradona, che porterà gli azzurri a vincere due Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa UEFA e una Supercoppa Italiana nei suoi sette, magici anni all’ombra del Vesuvio e che, ancora oggi, è considerato ben più di un idolo dai tifosi partenopei.
La società ha commemorato la scomparsa del proprio grande monumento con un post su X, ex Twitter, scrivendo: “È una delle giornate più brutte della storia del Napoli e dei suoi tifosi. Si è spento Antonio Juliano, che per due decenni è stato “Il Napoli”. Per quelli che non lo hanno conosciuto vale la pena farsi raccontare chi è stato e cosa ha rappresentato per la nostra città. Ciao, Totonno!”.