Kim Min-jae, uno degli autori dello scudetto del Napoli della passata stagione, potrebbe avere un nuovo ruolo nel Bayern Monaco, ma passa tutto da delle cessioni
“Per colpa o per destino”, come ha detto Francesco Guccini nella sua Cirano, il corso, al Napoli, di Kim Min-jae, difensore centrale sudcoreano grazie (anche) al quale la squadra di Luciano Spalletti, la passata stagione, ha riportato sotto l’ombra del Vesuvio uno scudetto che mancava da 33 anni, dai tempi di Diego Armando Maradona, è iniziato dopo la cacciata dei ‘senatori’.
Neanche il tempo di festeggiare, però, che il Bayern Monaco è andato a bussare alle porte di Aurelio De Laurentiis con una bella somma per lui, e per il 27enne, e se n’è andato in Germania. Dove, però, le cose non vanno splendidamente come invece succedeva in Italia.
Per carità, i bavaresi si sono qualificati da primi, non avendo perso neanche una partita, in Champions League, e sono secondi in Bundesliga con una gara da recuperare, e Kim è uno dei titolarissimi per Thomas Tuchel. Diciamo che all’ex Napoli pare manchi qualche brio e leadership che avevamo ammirato in Serie A, e che aveva portato effettivamente il Bayern a interessarsi a lui.
Quella scintilla, magari, potrebbe tornare a scoccare se, come ha raccontato la ‘Bild’, anche i bavaresi facessero un repulisti di quei ‘senatori’ che hanno fatto fiorire la squadra per molto tempo.
Il Bayern cede i ‘senatori’, sarà la volta buona per ritrovare il ‘nostro’ Kim?
Nello specifico, secondo il quotidiano tedesco, a perdere il posto in una sorta di sfoltimento della rosa voluto direttamente dal tecnico ex Chelsea ci sarebbero Joshua Kimmich, Leon Goretzka, Alphonso Davies e Serge Gnabry. Ottimi prospetti, i primi due e l’ultimo a 28 anni potrebbero sicuramente trovare squadre interessanti per rimanere al livello del Bayern Monaco, il canadese, dall’alto dei 24, ancora di più.
Ma ancora di più potrebbe, appunto, splendere Kim. Come è successo a Napoli, quando prima di lui con i vari Lorenzo Insigne, Dries Mertens, Kalidou Koulibaly si arriva solo secondi, e con lui, e altri giovani si è costruita una squadra con nuove motivazioni, tanta voglia di vincere, ma anche con dei meccanismi ben oliati dall’esperienza di chi li guidava. E quindi, perché non fidarsi della visione di Tuchel? E soprattutto, perché non continuare a credere nel calcio? Appunto.