Lo scugnizzo di Frattamaggiore sente la nostalgia di casa, dimenticare Napoli è impossibile. L’esterno apre uno spiraglio
Lontano da casa, dopo averlo sognato per anni, lo scorso giugno ha festeggiato lo scudetto vinto dal Napoli, il terzo a ben 33 anni dal trionfo targato Diego Armando Maradona. Trentadue anni compiuti il 4 giugno, Lorenzo Insigne non sta vivendo un grande momento in Canada. Prima della pausa, nel Toronto in MLS le presenze erano state solo 20, arricchite da 4 gol e 4 assist. Entrando nel dettaglio, l’ala ha saltato sei match per una lesione al polpaccio, un altro per una ferita. In ben sette gare non è stato convocato.
Col Napoli la freccia mancina di Sarri ha disputato 434 gare, segnando 122 volte e fornendo 95 assist. Dieci invece le reti in 54 match con l’Italia. Azzurro che Insigne non indossa addirittura dal 24 marzo 2022, 0-1 nello spareggio con la Macedonia che ci ha reso spettatori al Mondiale in Qatar.
L’esterno è approdato al Toronto da svincolato, firmando fino al 2026 un ricchissimo contratto da 7,5 milioni di euro netti l’anno.
Inutile nasconderlo, Napoli al termine dell’avventura canadese tornerà ad essere la sua casa. Lorenzo Insigne, dopo il ko con l’Inter, si è confessato in una lunga intervista a Sky Sport.
Pur essendo il calciatore più pagato del torneo, il Toronto per il secondo anno consecutivo è arrivato ultimo, fattispecie che potrebbe portare ad un suo ritorno in Italia.
A lui ha pensato per un attimo Maurizio Sarri. La Lazio, se Pedro a giugno decidesse di lasciare l’Italia per tornare in Spagna, potrebbe sostituirlo proprio con l’attaccante campano.
Insigne dice di trovarsi bene a Toronto, ma se si presentassero le condizioni e il giocatore si accontentasse di un ingaggio più basso, magari le porte italiane potrebbero riaprirsi.
Insigne non si nasconde: “Sogno la chiamata di Spalletti”
“Com’è essere stato capitano del Napoli? Un sogno, sarei voluto rimanere di più, magari per tutta la carriera. Quell’annata che abbiamo fatto con Sarri, quella dei 91 punti, per noi è stato clamoroso non aver vinto. Ma il demerito è stato nostro, ce lo siamo fatti sfuggire dalla mani”, ricorda con delusione. Insigne si sofferma poi sul rapporto con i tecnici avuti.
Il numero 24 ringrazia Zeman che l’ha fatto crescere, considerandolo un “papà”, calcistico. A Mazzarri deve l’esordio in serie A, mentre a Sarri attribuisce il merito di averlo fatto diventare un calciatore maturo.
Ricorda invece Ancelotti per la professionalità profusa, mentre si sente legato a Gattuso perché gli ha consegnato responsabilità nel gruppo. Parole particolari anche per il suo ultimo allenatore all’ombra del Vesuvio.
“Spalletti mi ha dato tanto facendomi giocare sempre, nonostante il contratto in scadenza”, rimarca con riconoscenza. Ma queste non sono le uniche frasi destinate all’inquilino di Coverciano. Come detto, la storia azzurra di Insigne sembra essersi interrotta, senza lieto fine. “Vincere l’Europeo è stato meraviglioso. Aver rappresentato l’Italia per me è stato solo un onore”, spiega l’attaccante.
“Sogno di essere nuovamente chiamato dal mister ma per essere convocato devi dimostrare tanto e meritare la chiamata con grandi prestazioni e continuità sul campo”, ricorda in conclusione Insigne, non senza una punta di rimpianto…
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