Sconvolgente dichiarazione da parte del preparatore atletico di Maradona: la squalifica durante il Mondiale negli Stati Uniti del 1994 arrivò perché Diego fu “venduto” alla FIFA
Il Mondiale di USA 1994 sarà sempre ricordato soprattutto per due cose: la finale tra Italia e Brasile, con i rigori che hanno condannato gli Azzurri alla sconfitta dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari, e per essere stato l’ultima grande competizione alla quale ha preso parte Diego Armando Maradona, di fatto escluso dal grande calcio dopo la sospensione a seguito di un controllo antidoping da parte della FIFA.
L’esclusione del Diez dalla competizione rimarrà sempre uno dei più grandi “What if” della storia. Dopo il Mondiale di Messico 1986, vinto nonostante una squadra decisamente non all’altezza e quello di Italia 1990, perso tra le polemiche in finale contro la Germania Ovest, la spedizione americana poteva essere l’occasione per Diego di dimostrare di essere ancora il più grande, questa volta aiutato anche da una squadra decisamente più forte delle ultime due.
Oltre al Pibe de Oro, infatti, la selezione allenata da Alfio Basile poteva contare su calciatori di altissimo livello: da Néstor Sensini in difesa a Fernando Redondo e Diego Simeone a centrocampo, fino a Claudio Caniggia, Abel Balbo e Gabriel Omar Batistuta in attacco. Una formazione straordinaria che, ispirata e guidata da Maradona, poteva davvero arrivare alla vittoria finale.
Per arrivare in forma a quel Mondiale, Diego aveva intrapreso un percorso per perdere peso fatto di allenamenti durissimi e integratori alimentari che, arrivati negli Stati Uniti, erano diventati introvabili.
Il medico della Nazionale, allora, iniziò a somministrargli medicinali simili che contenevano però efedrina, sostanza che fu trovata nel corpo di Diego dopo il test e causò la squalifica.
Secondo la testimonianza del preparatore atletico del Pibe Fernando Signorini, intervistato da Netflix durante la serie TV di Dalma Maradona “La Hija de Dios”, la Nazionale argentina aveva tentato di ottenere un permesso dalla FIFA per esentare la squadra dal controllo proprio a causa dell’uso di questi integratori, ma il presidente dell’AFA Julio Grondona aveva rifiutato.
Arrivata la positività al test dopo la partita con la Nigeria il medico della Nazionale Daniele Cerrini, reo di non aver controllato il contenuto dei farmaci somministrati a Maradona, ha chiesto consiglio proprio a Signorini, che gli avrebbe detto di scappare per evitare reazioni da parte del Diez.
L’accusa più grave, però, è proprio quella contro Grondona perché, secondo Signorini, il test poteva essere annullato.
Quando fu fatto il controtest infatti uno dei medici, Roberto Peidró, avrebbe visto che sulla provetta di Diego c’era scritta la sostanza da cercare e, dato che che questo violava il protocollo, la controprova non aveva valore e Maradona poteva restare al Mondiale. Uscendo avrebbe incontrato Grondona, gli avrebbe riferito la cosa ma il presidente AFA avrebbe risposto che il numero 10 era già stato eliminato dai Mondiali, dicendogli di non parlare con nessuno di quanto scoperto.
Signorini, quindi, continua spiegando: “Alla fine del Mondiale Grondona divenne vicepresidente della FIFA e presidente della commissione finanziaria, gestendo una cassa di centinaia di milioni di dollari senza saper neanche parlare inglese. Vi ricordate il gioco delle figurine, in cui se ne dà una in cambio di un’altra? Ecco, Diego Maradona è stato consegnato…“.
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