Il croato rappresentava uno dei candidati a sedere sulla panchina azzurra, il presidente non l’ha scelto per un motivo in particolare
Nelle scorse ore in casa Napoli è cominciata una nuova era: il “Mazzarri-bis“. Reduce da uno scudetto conquistato con cinque giornate di anticipo, il club campione d’Italia si è reso protagonista di un inizio di stagione molto al di sotto delle aspettative, tanto da portare Aurelio De Laurentiis ad esonerare Rudi Garcia, approdato nel capoluogo campano in estate per prendere il posto di Luciano Spalletti. La scelta del presidente è quindi ricaduta sul 62enne di San Vincenzo, che aveva già guidato la squadra partenopea tra il 2009 e il 2013.
Senza pensarci troppo, Walter Mazzarri ha firmato un contratto valido fino al prossimo giugno, per una cifra che si aggira attorno al milione di euro. È determinato, voglioso di vivere questa seconda esperienza in azzurro – la terza se si considera quella da secondo di Ulivieri nel 1998-99 – con a disposizione una rosa completa ed eccellente sotto l’aspetto qualitativo.
De Laurentiis aspetta, e soprattutto spera che la sua sia stata la scelta migliore possibile.
Napoli, ecco perché De Laurentiis ha ‘bocciato’ l’ipotesi Tudor: il retroscena
Il toscano, tuttavia, non è l’unico allenatore che Adl aveva inserito nella lista di candidati a subentrare a Garcia. In primis c’era Antonio Conte, ma l’ex ct della Nazionale ha fatto spere di non essere disposto a prendere una squadra a stagione in corso. Poi c’era Igor Tudor, colui che più è andato vicino a soffiare a Mazzari l’incarico di nuovo tecnico del Napoli. Nelle scorse ore, è anche emerso un retroscena riguardo il fallimento della trattativa che avrebbe potuto portare il croato all’ombra del Vesuvio.
Secondo quanto riferisce Il Corriere dello Sport, ciò che ha fatto sì che Tudor non sedesse sulla panchina azzurra non riguarda aspetti contrattuali o economici, bensì la reazione del croato dinanzi ad una domanda di De Laurentiis: “Ma tu il Napoli come intendi farlo giocare?”.
Ecco quanto si legge sull’edizione online del noto quotidiano: “Gli allenatori, e giustamente, hanno recinti nei quali non è consentito l’accesso, non subito, e Igor Tudor, un “sergente di ferro” per definizione dietro il quale si nasconde però un uomo sensibile e pieno di legittimo orgoglio, pur sapendo che in quel momento si stava decidendo il proprio futuro, ha giocato pulito, frontalmente, con una libertà da portarsi appresso. “Vedrò la squadra, le caratteristiche di ognuno e glielo dirò”.
E in quel preciso istante, in un colloquio durato poco – quasi niente – Igor Tudor ha capito dall’espressione di Aurelio De Laurentiis che Napoli sarebbe rimasto un plastico sogno da accarezzare ma al quale rinunciare, standosene nel proprio rigore”.