Non solo il tecnico francese, nel mirino della critica sono finiti anche i calciatori azzurri. Uno su tutti
Minuto 91: grande scambio tra Gyasi ed Ebuehi sulla destra, l’ex Venezia serve Kovalenko, che da posizione defilata sfodera un delizioso destro a uscire che accarezza il palo e trafigge Gollini. L’Empoli espugna il Maradona e il Napoli entra ufficialmente in crisi, dopo settimane in cui aveva cercato di mettere la polvere sotto il tappeto.
La verità, infatti, è che questo Napoli non ha mai girato. Segnali importanti erano arrivati dalle sconfitte con Lazio e Fiorentina – sempre tra le mura amiche -, e poi erano stati confermati da successi e pareggi ottenuti attraverso prestazioni poco entusiasmanti. In questo inizio di stagione, la squadra azzurra è sempre sembrata una lontana parente di quella che lo scorso anno aveva stracciato il campionato ed incantato l’Europa intera.
Il Napoli non va, Garcia l’unico a pagare. Il parere dell’ex tecnico azzurro
Rudi Garcia, giunto all’ombra del Vesuvio in estate per raccogliere la pesante eredità lasciata da Luciano Spalletti, sarà l’unico a pagare. D’altronde, si sa, l’allenatore è il principale capro espiatorio quando le cose si mettono male.
Pur avendo le sue responsabilità, tuttavia, il francese non l’unico colpevole del ridimensionamento tecnico azzurro. Perché poi in campo ci vanno i calciatori, e se quei calciatori giudicati fenomeni fino a qualche mese fa, non riescono a fare la differenza contro Union Berlino o Empoli, il problema non può essere soltanto colui che siede sulla panchina. A pensarla così c’è anche un personaggio che la piazza partenopea la conosce molto bene.
Ci riferiamo a Walter Novellino, esperto tecnico dalla carriera trentennale, che ha guidato la compagine partenopea nella stagione 1999-2000. “Mi spiace che paghiamo sempre noi allenatori», ha detto l’avellinese al podcast ‘Tutti Convocati’ di Radio 24. A suo avviso, nel calcio di oggi “non c’è pazienza e non c’è tempo”, aspetto che, nel caso del Napoli, si lega ad un altro fattore cruciale: l’assenza di leadership dei calciatori.
Nel mirino del 70enne di Montemarano ce n’è uno su tutti: “Credo che alcuni debbano assumersi delle responsabilità, Kvaratskhelia ad esempio”. Un punto di vista condivisibile, che certamente sarà all’ordine del giorno tra le questioni che dovrà affrontare chi arriverà al posto di Garcia sulla panchina del club campione d’Italia.