Il mondo della Formula 1 vive un momento magico in pista ma fuori dalle gare è bufera: l’ultimo attacco è davvero senza giustificazioni
Pochi sport come la Formula 1 vivono di futuro ma anche di grandi tradizioni. Esistono circuiti che hanno fatto la storia rendendo leggendari team e piloti. Ma quello che sta per succedere sta scatenando polemiche feroci e big sotto accusa. E in mezzo alla bufera sono finiti Christian Horner e Max Verstappen.
Ormai ospitare una gara del Mondiale è diventato un affare e sono molti i circuiti che puntano ad entrare in calendario già dal 2024. La Francia è stata esclusa con la cancellazione del GP a Le Castellet, ma ora punta su un circuito cittadino a Nizza. La Germania anche alla luce dello sbarco di Audi nel Circus, potrebbe riproporsi con Hockenheim o Nurburgring.
In ogni caso il calendario, come ha già anticipato Stefano Domenicali (CEO di Liberty Media), nella sua veste definitiva avrà 24 appuntamenti, non è ancora chiaro con quante Sprint. Quelli per il 2024 sono praticamente già stati definiti, con un calendario che dovrebbe ottimizzare gli spostamenti troppo complicati
Come aveva anticipato il quotidiano olandese ‘De Telegraaf’ il primo appuntamento potrebbe essere a Jeddah in Arabia Saudita, spostando la gara del Bahrein in autunno. Seguiranno Australia e il ritorno della Cina ma anche il Giappone con Suzuka a fine marzo.
Nel finale di stagione invece, in rapida successione Austin, Las Vegas, Interlagos, Messico e Abu Dhabi, che resta l’ultima tappa. Non è ancora chiaro se tornerà il GP del Sudafrica a Kyalami al posto di Spa-Francorchamps.
Bufera Formula 1, l’attacco è clamoroso: sono tutti contro di lui
Liberty Media, anche alla luce degli ottimi risultati ottenuto dal Gran Premi in tv e dai pienoni continui sulle piste del Mondiale, sta cercando di monetizzare il più possibile. Ma i team, che pure in parte dividono la fetta degli incassi, sono d’accordo?
In realtà no e l’attacco principale arriva da un insospettabile. Perché la Red Bull sta dominando questa stagione come ha fatto in quella passata e ha grosso margine anche per il futuro. Quindi un calendario pieno non dovrebbe spaventare il team austriaco che invece è pronto a scendere sul piede di guerra.
Christian Horner, storico team principal della Red Bull non ci sta e ha già anche trovato un colpevole. Perché Stefano Domenicali è l’uomo che rappresenta in tutti i sensi la proprietà e le sue scelte non convincono. Secondo Horner già 23 gare sono troppe per l’impegno che richiedono ai team e ai piloti, quindi arrivare a 24 sarebbe un suicidio.
Durante una conferenza organizzata dal Financial Times ha spiegato che non ha senso aggiungere gare, ma piuttosto si potrebbe puntare su una maggiore concorrenza tra sedi già esistenti. Anzi, se dipendesse da lui, si fermerebbe a 18 gare.
E l’attacco a Domeicali? Secondo Horner “il problema è lui!”. E spiega che ogni anno si lamenta perché alcune gare storiche come Silverstone o Monza o ancora Montecarlo sono a rischio. Poi però a Las Vegas devono andare, a Miami pure e così il calendario lievita.
“Si arriverà ad un punto in cui, con 23 domeniche all’anno occupate, per le persone che si prendono due ore di tempo dalla loro domenica pomeriggio o sera sarà un grande impegno. Ed è difficile seguire un’intera stagione”. Da Liberty Media però non sembrano aver voglia di ascoltare.