Il Ds del Siviglia, avversario della Roma nella finale di Europa League in programma il 31 maggio, ha lasciato tutti di sasso
Ci sono profezie e profezie. Gli appassionati di calcio hanno ancora nelle orecchie le tante previsioni sbagliate di Antonio Cassano, oggetto tra l’altro, a causa della sua scarsa abilità nei pronostici, di tanti Tapiri d’Oro riservatigli da Striscia la Notizia.
E poi ci sono i desideri. Quelli mai confessati fino a quel momento. Quelli che sorprendono anche, perchè nessuno se lo poteva immaginare. Mal celate dietro pronostici la cui esattezza è tutt’altro che impossibile da realizzare, alcune previsioni si sono avverate per filo e per segno.
È il caso delle parole pronunciate da Ramon Monchi, una delle figure dirigenziali più importanti del Siviglia, prima del ritorno delle semifinali di Europa League. Già notissimo al pubblico internazionale per essere stato l’artefice, in due momenti storici distinti, del magico Siviglia vincitore di 5 Europa League, e conosciuto dai tifosi italiani, in particolare da quelli della Roma, per i suoi due anni alla corte di James Pallotta nel club capitolino, il dirigente ha spiazzato tutti con le sue dichiarazioni nell’immediato pre-gara del match contro la Juventus.
“Una finale contro i giallorossi sarebbe bella per due motivi: perchè saremmo in finale e perchè tengo tanto alla Roma“, ha detto Monchi. Per chi non conosce i trascorsi nel club capitolino del 54enne nativo di San Fernando, questa frase potrebbe sembrare ‘normale’. La classica considerazione di circostanza quando in ballo c’è la società per a quale si è lavorato per due anni. Ma l’addio di Monchi alla Roma non fu dei più sereni.
Dopo aver raggiuto il picco con le semifinali di Champions League conquistate grazie alla storica rimonta ai danni del Barcellona, l’annata seguente il dirigente sbagliò del tutto la campagna acquisti. Basata tra l’altro sull’addio di tanti pezzi da novanta.
Coi tifosi giallorossi già indispettiti da un mercato deludente, l’esonero del tecnico Eusebio Di Francesco, avvenuto a marzo dell’anno successivo, comportò la ‘fuga’ dello spagnolo. Che si dimise immediatamente dopo l’addio del tecnicoo, sebbene il suo riferimento, nelle dinamiche di mercato – il suo campo -, fosse solo Pallotta. Non l’allenatore.
Molti sostenitori capitolini catalogarono quindi Monchi come un fuggitivo, uno che prese a pretesto il cambio sulla panchina per interrompere il rapporto e tornare, appena 8 giorni dopo, al suo vecchio club. Quel Siviglia che ora la Roma troverà sulla sua strada nell’ultimo atto dell’Europa League. Chissà che gusto particolare potrebbe avere battere la squadra messa in piedi dal dirigente che fallì nella costruzione di una Roma vincente in Italia ed in Europa.
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