Del Piero stronca la Juve. L’ex fuoriclasse, e capitano, bianconero ha analizzato la stagione della Juventus dopo l’eliminazione dall’Europa League da parte del Siviglia.
Andrea Agnelli gli ha impedito di tagliare il prestigioso traguardo delle venti stagioni in maglia bianconera. Un presidente talmente innamorato della Juventus che l’ha sentita, però, troppo “sua”. Sbagliando. Alessandro Del Piero alla Juventus, è uscito alla sua maniera, con uno scudetto in tasca ed un mare di lacrime versate dai tifosi in uno stadio tutto per lui.
Fino a quando è stato in campo, con la sua maglia numero 10 e la fascia di capitano al braccio, il popolo bianconero ha sempre cantato “c’è solo un capitano“. Da qualche tempo, da quando cioè vicende giudiziarie e di campo hanno iniziato a mostrare tutti gli errori, e i limiti, di società e squadra, il popolo bianconero ha modificato il suo canto che, nel frattempo, si è trasformato in un grido di dolore.
Ecco, allora, che “c’è solo un capitano” è diventato “c’è solo un presidente“. Alessandro del Piero non è più soltanto l’ultima bandiera, ma è identificato come l’ultima ancora di salvezza. L’unico in grado, con la sua intelligenza, il suo carisma, il suo DNA bianconero, di tirare fuori la Juventus dalle secche dell’anonimato. La condizione peggiore, la più inaccettabile per la stessa sua storia. E l’ex capitano bianconero ha parlato del momento della “sua” Juventus.
Del Piero stronca la Juve
Uno studio televisivo, quello di Sky Sport e il commento di Alessandro Del Piero che arriva dopo la serata più amara, quella che ha cancellato il sogno della finale di Europa League. Obiettivo che avrebbe significato, oltre che a tenere una porta spalancata per entrare in Champions League, anche dare una luce diversa ad una stagione che ormai si sta malinconicamente chiudendo nel più assoluto anonimato.
L’ex capitano bianconero sembra parlare già da dirigente. Non è soltanto diplomazia, è anche dire le cose nella giusta maniera, utilizzando parole e toni adeguati. E’ così che ha parlato della stagione folkloristica della Juventus, riprendendo la definizione data da Massimiliano Allegri, in riferimento a quanto accaduto lontano dal campo di calcio e che non poteva non influire sulla serenità e sul rendimento dei giocatori.
Ma Alessandro Del Piero, però, non ha sorvolato sull’inizio della stagione bianconera, quando la penalizzazione ancora non era arrivata e i dirigenti erano tutti ancora al loro posto. L’eliminazione dalla fase a gironi della Champions League con l’ultimo posto in classifica e soltanto tre punti conquistati, rappresentano una responsabilità enorme dei giocatori.
Per Pinturicchio questo rappresenta il classico anno di transizione per la Juventus, dopo tanti anni di vittorie. Ora, però, occorre ripartire per riprendere a vincere.