Quella arrivata nelle ultime ore è una pessima notizia per il calcio, non solo per i diretti interessati. Niente fondi per gli stadi.
Dopo una lunga riflessione, il Governo ha fatto dietrofront decidendo di “negare” a Venezia e Firenze gli stanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Soldi che in un primo momento sembravano poter essere destinati ai due impianti.
In particolare, scrive calcioefinanza.com, sarebbe stata la Commissione Ue ad “escludere” i due progetti da quelli finanziabili con i fondi di Bruxellles.
Stadi di Firenze e Venezia: tutto da rifare
I due investimenti nello specifico riguardavano il restyling dello stadio Artemio Franchi di Firenze e la realizzazione della nuova cittadella dello sport del “Bosco” di Venezia. Secondo la stessa fonte, questo diniego dovrebbe essere determinante per ottenere la terza rata da 19 miliardi del PNRR. Come abbiamo ascoltato tante volte, soprattutto durante la fase pandemica, l’Ue conferma la tranche solo a determinate condizioni, legate al rispetto dei tempi e alla specificità della posta. Secondo Bruxelles, insomma, i soldi non vanno usati per rifare gli stadi.
Per Firenze e Venezia si tratta di una vera beffa, visto che gli stanziamenti erano stati approvati nell’aprile 2022, governo a guida Mario Draghi, con tanto di decreto ministeriale. L’Unione Europea, forse sollecitata da qualche “spia” interna, ha sollevato le proprie osservazioni solo 11 mesi dopo, costringendo l’attuale maggioranza ad una brusca frenata.
Diciamo che chi “presta” i soldi decide come e quando, questo in sostanza è accaduto. Questa decisione prevede come passo futuro, da parte di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il PNNR, l’aggiornamento dei 55 obiettivi previsti a fine dicembre. I soldi dovrebbero arrivare a maggio, per la gioia di tutti, forse meno per i sindaci di Venezia e Firenze che ora dovranno trovare i fondi.
No PNRR per gli stadi: le cifre in ballo
La scelta dell’Ue obbliga le amministrazioni delle due città a percorrere altre strade. Per Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, l’assegno perso ammonta a 55 milioni. L’erede di Matteo Renzi aveva fatto un vanto di questa scelta, ripetendo più volte “il Franchi così non farà la fine del Flaminio”. Il riferimento era all’altra opera romana di Pier Luigi Nervi, totalmente decadente a meno di due km da Piazza del Popolo. Per la città lagunare invece, l’area del Bosco di Venezia in tutto farà a meno di 93 milioni. Nardella parla di “un danno grave e ingiusto”, mentre il Comune di Venezia esprime “Stupore” per una “decisione politica”.
Stadio Franchi: il derby Nardella-Renzi
Per salvare il Franchi, seppur a distanza, è scattato un derby tra Dario Nardella e Matteo Renzi. Amici di vecchia data, in tempi diversi inquilini di Palazzo Vecchio. “Non fermiamo la procedura di gara pubblica già avviata, anche perché attualmente il progetto è destinatario del finanziamento statale del ministero della Cultura per 140 milioni di euro circa che non possiamo perdere”, ha detto ieri l’attuale primo cittadino. Il Leader di Italia Viva, come riferisce stamattina l’adnkronos, ha annunciato per lunedì alle 16.30 “una conferenza stampa sul tema: la proposta di Italia Viva a Meloni e Nardella per rifare lo stadio e salvare i soldi europei”. Con i cronisti ci saranno la consigliera Felleca e il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini.