Ennesima svolta in casa Inter: nonostante la fresca qualificazione alla semifinale di Champions League, le voci su Simone Inzaghi non si placano
Missione compiuta. L’Inter con un pirotecnico 3-3 ha conquistato la semifinale di Champions League contro i cugini rossoneri, giustizieri del Napoli, per un “Derby della Madonnina” infinito: dopo quelli in campionato e nella finale di Supercoppa italiana, ora anche quello nella più importante, e remunerativa, competizione per club.
Un traguardo, il pass per la semifinale di Champions, che i nerazzurri non raggiungevano da quella, epica, contro il Barcellona di Messi e Guardiola del 2010, anno del triplete nerazzurro con in panchina José Mourinho. L’ultimo allenatore italiano dei nerazzurri a raggiungere questo traguardo fu Eugenio Bersellini nel 1981. Un ulteriore motivo di vanto per Simone Inzaghi, il condottiero dell’Inter, che, comunque, continua a vedere il suo posto in bilico. Esiste, tra l’altro, un precedente che non depone a favore dell’ex allenatore della Lazio.
Esonero Simone Inzaghi, il precedente di Eusebio Di Francesco
Al di là di quello che sarà il verdetto dell’euroderby, in cui i nerazzurri e i cugini rossoneri hanno il 50% di possibilità di volare a Istanbul, il futuro di Inzaghi sulla panchina dell’Inter passerà anche dall’accesso alla prossima edizione della “Coppa dalle grandi orecchie”.
E qui il discorso si fa complicato alla luce dell’accoglimento del ricorso della Juventus da parte del Collegio di Garanzia del Coni. Sono stati restituiti ai bianconeri i 15 punti di penalizzazione che erano stati tolti loro dalla Corte d’Appello Federale, con conseguente stravolgimento dei quartieri nobili della classifica.
Per effetto del +15 la Juventus si è installata al terzo posto, alle spalle della Lazio. Pertanto l’Inter è precipitata a -5 dal quarto posto occupato al momento dalla Roma. Ecco perché Simone Inzaghi, nonostante una storica semifinale di Champions appena conquistata, non può dormire sonni tranquilli dal momento che ulteriori passi falsi in campionato potrebbero essergli fatali come insegna il precedente di Eusebio Di Francesco. Che dopo la semifinale di Champions League con la Roma venne comunque esonerato.
Una parabola, dalle stelle della Champions alla “stalla” dell’esonero. Quanto accaduto a Di Francesco conferma quello che sosteneva Javier Marias in “Selvaggi e sentimentali: storie di calcio”: nel calcio non c’è memoria, non conta ciò che hai fatto ma ciò che farai. Una lezione che di sicuro ha appreso anche Simone Inzaghi che, quindi, sa che non può adagiarsi sugli allori.