Dure le parole dell’ex allenatore nei confronti del georgiano. Bocciatura netta.
L’eliminazione dalla Champions League del Napoli è una brutta macchia sulla stagione comunque straordinaria degli azzurri.
Il pareggio di ieri sera contro il Milan ha lasciato l’amaro in bocca alla squadra e ai tifosi che, nel frattempo, avevano cominciato a credere anche nel sogno europeo.
La triplice sfida persa dagli uomini di Spalletti testimonia il momento un po’ appannato del Napoli, che dopo il 4-0 del campionato sembra aver perso un po’ la retta via.
Le assenze esatti, gli infortuni nel corso del match, e gli errori arbitrali hanno condizionato una gara partita già in salita. Non è bastato il gol di Raspadori per andare quantomeno ai supplementari. Il rigore sbagliato da Kvaratskhelia è stata a goccia che ha fatto traboccare il vaso in una partita stregata fin dall’andata. Tantissime le occasioni agute dal Napoli e non concretizzate.
Kvaratskhelia, l’ex allenatore lo boccia
Paolo Specchia, ex allenatore, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo nel corso del programma Punto Nuovo Sport Show, dove h commentato la partita di ieri.
“Spalletti ha già dimostrato grandi cose, non serve le sue scelte e non ha senso parlare di responsabilità e come sue contro quelle di Pioli. In questo duplice sfida di Champions League il Napoli non è arrivato come quello che aveva dominato il campionato. Se il Napoli è stato eliminato non è colpa di Spalletti. Dopo il 4-0 non è più riuscito a tirare le redini e ha dovuto affrontare una partita senza Osimhen e una debolezza generale. Se i ragazzi non sanno fare un fallo tattico non è colpa di Spalletti. Mario Rui e Ndombele hanno commesso due errori gravissimi. E poi Non è possibile che non ci sia un rigorista bravo. Kvaratskhelia evidentemente non sa tirarli. Non è ancora un campione, anche lui ha le sue colpe. Ha sbagliato un’occasione clamorosa all’andata e poi ieri il rigore. Il Milan è stato bravo, ma lui è stato assente. Forse era stanco, ma sarebbe potuto essere determinante”, ha commentato l’ex allenatore.
Parole forti in controtendenza con quelle degli addetti i lavori.