Complessa la situazione societaria dei nerazzurri, il presidente Zhang è inseguito dai creditori cinesi.
La situazione dell‘Inter è, nelle ultime ore, turbolenta.
Mentre sul campo è arrivata una convincente vittoria contro il Benfica, sul fronte societario c’è preoccupazione.
Gli uomini di Simone Inzaghi hanno vinto la gara di andata dei quarti di finale di Champions League, mettendo una bella ipoteca sul passaggio del turno. Il ritorno a San Siro sarà una bella prova per i nerazzurri, che dovranno difendere il 2-0 portoghese per conquistare la semifinale di Champions League.
In campionato la situazione non è altrettanto idilliaca. Il quinto posto in classifica delude le aspettative, ma l’ambiente interista è fiducioso del finale di stagione.
Sul fronte societario la situazione preoccupa. I creditori pressano Steven Zhang.
Steven Zhang, il giornalista è chiaro
Il giornalista Andrea Pira è intervenuto ai microfoni di TvPlay per commentare questa situazione.
“Il debito è di Zhang più che di Suning. I creditori contestano al presidente interista un mancato rimborso di un’obbligazione dal valore di circa 250 milioni di dollari. L’anno scorso c’è stata una sentenza senza ricorso, per cui i creditori stanno adesso cercando di far riconoscere la sentenza anche qui in Italia per poter rilevare gli asset a fronte del debito. Una cosa strana è che ci sarebbe un verbale secondo cui Zhang non percepisce guadagno come presidente dell’Inter. Anche su questo è stata presentata un’istanza di annullamento del verbale. Sicuramente c’è molta pressione, ma bisogna vedere se verranno accolte le richieste dei creditori”, ha commentato Pira.
“Il gruppo Suning in passato ha avuto problemi economici, ma le problematiche attuali sono solo di Steven Zhang”, ha proseguito.
“Il problema vero è che Zhang ha dichiarato di voler vendere solo una parte delle quote. Il tema della cessione è molto più vecchio di quello che pensiamo, in realtà. Ci sarebbero altre due cause pesanti ad Hong Kong. Alcuni documenti sostengono che Zhang potrebbe rischiare il carcere. Una delle banche coinvolte è statale, quindi c’è di mezzo anche il Governo cinese”. ha concluso.