Il calciatore del Napoli risponde in merito a un episodio che avrebbe potuto riportare la città partenopea in una posizione critica, almeno all’occhio esterno.
A Napoli è arrivato consapevole di non svolgere il ruolo da titolare, bensì di essere un’alternativa di grande lusso e contributo. Si tratta del centrocampista Tanguy Ndombele, giunto in azzurro in prestito dal Tottenham appena la scorsa estate. Il francese ha scelto di vestire la maglia del Napoli consapevole che non sarebbe stato al centro del progetto di Antonio Conte col club di Premier League.
La sua condizione fisica agli inizi non gli ha permesso di offrire il contributo atteso e recuperare anche i ritmi del match, dopo periodi precedenti trascorsi tra alti e bassi, non è stato semplice. Nonostante ciò, giunti ad aprile, il bilancio è piuttosto positivo.
È quanto afferma il calciatore in prima persona, in occasione di un’intervista concessa a ‘SoFoot’, nella quale si è messo a nudo rispetto alle sue emozioni in questa annata: “Non sapevo molto di Napoli prima di arrivavi. Sapevo del suo fervore, un po’ come a Marsiglia. Questo è quanto avevo sentito. Poi la questione del Sud contro il Nord, un po’ come ‘noi contro il resto del paese’. L’ho capito arrivando”.
Napoli, il retroscena di Ndombele sull’orologio rispedito in Francia
Ndombele spiega anche le sue sensazioni al momento di firmare l’accordo stagionale con la società azzurra: “Mi era stato detto anche che giocare a Napoli andava bene, ma che poteva diventare rapidamente complicato. Quando vinci, va abbastanza bene, ma quando i risultati qui non ci sono… Finora però non ci possiamo lamentare (ride, ndr). Non avevo mai vissuto un’atmosfera simile. Quando esco o vado al ristorante o anche a fare un giro, la gente mi salta addosso. Impossibile camminare tranquillo”.
Vivere in una città così passionale può avere aspetti positivi ma ce ne sono anche alcuni socialmente complicati, che il centrocampista descrive e chiarisce: “Qui non esiste l’anonimato e fa parte del contesto. Diciamo che ero abituato a posti più posati (ride, ndr). Mi piace passare inosservato, essere in un posto e non esserci. Quando sono arrivato, avevo un bellissimo orologio e i miei compagni mi hanno detto: ‘Qui siamo a Napoli’. È stato un piccolo avvertimento e all’improvviso l’ho fatto tornare in Francia, ma finora non ho avuto problemi”.