I tifosi del Napoli vivono un momento grandioso insieme alla propria squadra e la conferma arriva da un’ulteriore notizia di giornata, in diretta.
Lo snodo del mese di aprile si rivelerà fondamentale per il Napoli, al fine di comprendere che direzione prenderà la sua stagione anche in campo internazionale. Mantenendo il distacco attuale o modificandolo leggermente, la squadra di Luciano Spalletti potrebbe agguantare già il titolo della Serie A ed esplodere così dalla gioia. Nel contempo, la doppia sfida ai quarti di finale di Champions League contro il Milan potrebbe addirittura inaugurare scenari inediti.
Tuttavia, per la società rappresenterà un momento importante anche sul fronte del calciomercato. S’inizierà a riflettere sulla situazione dei contratti in essere con i calciatori in rosa, rinnovi vari e anche futuri investimenti. Ne ha parlato il giornalista ed esperto di calciomercato, Luca Marchetti, intervenendo ai microfoni di ‘Radio Marte’ in occasione della trasmissione ‘Forza Napoli Sempre’: “Per me la questione relativa alla permanenza di Kvaratskhelia è una necessità”.
Il collega si spiega: “Trattenerlo, riconoscendogli dei meriti come un premio, credo sia in animo da parte della dirigenza da diverso tempo. Anche il rinnovo del Ds Giuntoli insieme al suo staff è importante, perché è questo stesso che ha permesso al Napoli in questi ultimi anni di avere un progetto continuo”.
Marchetti: “Scontato che Spalletti resti al Napoli”
Pubblicamente il presidente Aurelio De Laurentiis ha di recente affermato anche che proseguirà l’avventura di Luciano Spalletti alla guida della formazione azzurra e in merito al rinnovo dell’allenatore, Luca Marchetti ha affermato: “La darei per scontata la conferma del mister. Non può rispondere di no alle parole del presidente. Come si fa a non avere motivazioni per restare a Napoli, dopo aver vinto in questo modo straordinario lo scudetto e portato il Napoli in Europa al suo punto più alto? A prescindere di come andrà il confronto col Milan. Se poi ci fossero delle divisioni talmente forti, talmente profonde, allora tutto cambierebbe”.
C’è una corrente di pensiero però che ritiene che, dopo aver vinto, è il momento di andare via per il rischio di non poter ripetere esperienze vincenti simili con lo stesso club. Il giornalista non è così radicale: “Vincere è difficile e vincere solo uno. Io credo non si possa legare la qualità e la bravura di un percorso di un allenatore di un gruppo soltanto ad un risultato. Ai primi quattro posti sì. Se Pioli quest’anno non si dovesse qualificare in Champions, può essere messo in discussione il suo lavoro. Al contempo bisogna però interrogarsi sul perché non si sia raggiunto un obiettivo. Ciò non significa esonerarlo, perché non si possono addossare responsabilità solo all’allenatore”.