L’ex difensore della Sampdoria scudettata Pietro Vierchowod ha parlato, con una certa nota di nostalgia, dell’epoca del Napoli di Maradona.
Meglio il calcio moderno o quello di qualche anno fa? Certamente ognuno può avere la sua opinione. C’è chi, con un pizzico, di nostalgia rimpiange i bei tempi andati e chi invece preferisce l’epoca moderno, con i suoi schemi, la sua velocità, la sua evoluzione del gioco e i suoi idoli.
Ciò che però è abbastanza oggettivo è che, se si paragona il calcio italiano attuale con quello degli anni ’80, si nota una differenza: il numero di stranieri in campo. Non era l’epoca dell’apertura totale delle frontiere e non era l’epoca post sentenza Bosman. Secondo Pietro Vierchowod però la cosa era positiva per il movimento calcistico italiano, il quale ad oggi si trova in una situazione per la quale, in alcuni ruoli come l’attacco mancano calciatori da nazionale e secondo alcuni ciò è dovuto alla massiccia presenza di calciatori stranieri che impediscono agli italiani di trovare spazio.
“Ritengo che ci siano troppi stranieri nel nostro calcio.” ha dichiarato l’ex difensore della Sampdoria scudettata a TvPlay.it. “Non penso che siano migliori dei nostri giocatori. Una volta ne venivano 4-5 e questi erano i migliori, i più bravi. Arrivavano giocatori come Zico, Falcao e Maradona, dai quali si poteva imparare molto. Quando c’era Maradona la qualità degli stranieri era altissima, adesso sembra che arrivino giocatori dai quali non puoi imparare nulla.”
Italia, Vierchowod favorevole al tetto per stranieri “Solo così la nazionale cresce”
Lo Zar si dice apertamente favorevole ad un limite in campo per gli stranieri. Per Vierchowod è potenzialmente davvero l’unica soluzione in grado di poter cambiare la rotta del nostro calcio che si avvia verso una sorta di desertificazione di talenti: “Credo che ci sia bisogno di porre un limite al numero di stranieri che possono giocare in un club. Si può avere anche un centinaio di stranieri, ma solo 5 di loro dovrebbero giocare per favorire la crescita dell’ambiente e della nazionale.”
Il ragionamento dell’ex difensore è semplice: “Se nelle più grandi squadre hai solo stranieri, diventa difficile far emergere i giovani talenti del nostro paese?”