De Laurentiis: sale la tensione nel Napoli, dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno anticipato il ritorno contro l’Eintracht Francorte.
Nervi tesi in casa Napoli, nonostante lo storico passaggio del turno in Champions League. Mercoledì sera, il club partenopeo ha eliminato l’Eintracht Francoforte, detentore dell’Europa League, ottenendo il primo accesso della sua storia ai quarti di Champions. Ma l’incontro è stato accompagnato da molte polemiche attorno al ruolo dei tifosi, sulle quali è intervenuto anche il presidente De Laurentiis.
I problemi sono iniziati già con gli scontri del match d’andata a Francoforte, e per il ritorno ci sono state molte discussioni in merito alla gestione dell’ordine pubblico. A partire dal controverso provvedimento anti-trasferta per i tifosi tedeschi, che non ha impedito a questi ultimi di arrivare a Napoli. Quanto accaduto già nel tardo pomeriggio di martedì ha fatto tornare d’attualità il dibattito sul tifo violento e sulla necessità di combatterlo.
Ovviamente, una soluzione semplice non c’è, ma le polemiche hanno investito in particolar modo il Ministero dell’Interno e le forze dell’ordine italiane. Anche il sindaco Manfredi, d’accordo con l’ambasciatore tedesco, ha condannato i disordini di Napoli. Infine sono arrivate le parole del presidente De Laurentiis, che però hanno finito solo per accendere ancora di più le polemiche.
Scontro tra De Laurentiis e tifosi: cosa è successo
“Il tifo deve essere sano, perché allo stadio ci vanno bambini e famiglie” aveva detto il patron del Napoli. De Laurentiis si è lamentato di “300 o 400” tifosi, accusandoli di portare droga e armi sugli spalti e di aver contribuito ai disordini di mercoledì. Parole a cui la “Curva A” ha risposto con uno striscione apparso nella notte a Corso Vittorio Emanuele.
“ADL accetta un consiglio, smetti con la droga prima tu e tuo figlio” recitava lo striscione della tifoseria contro il presidente. Non è una novità che i rapporti tra ultras e proprietà del Napoli siano piuttosto tesi, in particolare dopo i fatti dell’autostrada A1 dello scorso gennaio. Di recente, il divieto di portare bandiere e tamburi dentro il Maradona non ha fatto che peggiorare le cose.