Il Napoli perde con la Lazio in casa, ma le polemiche sono anche per le questione extra-campo, dopo il divieto di tamburi e bandiere ai tifosi.
Fa ancora discutere quanto successo venerdì sera al Maradona contro la Lazio. Non tanto per il risultato in campo, nettamente deludente per i partenopei, ma per ciò che si è visto sugli spalti. Anzi, più precisamente per ciò che non si è visto. Ai tifosi azzurri è stato infatti inspiegabilmente vietato di esporre bandiere o vessilli, e nemmeno di suonare i tamburi durante l’incontro.
Una decisione che ha lasciato tutti perplessi, soprattutto perché, contemporaneamente, i tifosi della lazio hanno potuto usare fumogeni e petardi senza il minimo problema. “Se guardiamo le immagini provenienti dagli stadi di tutta Europa, notiamo sventolare liberamente le bandiere” ha detto il giornalista Raffaele Auriemma. E infatti il divieto di venerdì non è passato inosservato.
Anzi, ha causato polemiche e anche una protesta dei tifosi del Napoli, che ha portato a una petizione chiamata “Rivogliamo il nostro stadio“. Una questione che, al di là del risultato in campo, ha un po’ compromesso l’equilibrio positivo tra fan e società azzurra, con i primi che ritengono la seconda responsabile del divieto. Un intoppo in una stagione che, fino a qui, era andata bene sotto ogni punto di vista.
Niente bandiere per il Napoli? Come stanno le cose
Sul tema è intervenuto oggi il giornalista Carlo Alvino, su ‘Radio Goal della Domenica’ su Radio Kiss Kiss Napoli. “Sgombriamo il campo dagli equivoci. – ha esordito – Al presidente De Laurentiis fa piacere vedere le bandiere sventolare e condividere con i tifosi la gioia per una grande festa”. Secondo il giornalista campano, non c’è alcuna volontà da parte del club di vietare l’ingresso dei vessilli dei tifosi al Maradona.
“Il problema è l’asta della bandiera, ci sono una serie di disposizioni che non contesto ma che non valgono da tutte le altri parti in Italia” spiega Alvino. Il Napoli, ha chiarito il giornalista, dovrà parlare col Questore e cercare di capire il perché di questo trattamento, differente rispetto al resto d’Italia. “Credo che già con l’Atalanta ci saranno i primi segnali” assicura.