😱 “Abito a Napoli, e…”: Luciano Moggi si sfoga, il motivo spiazza

Lungo sfogo da parte di Luciano Moggi, ex dirigente di Juventus e Napoli, che si affida a ‘LaPresse’ per esprimere il suo disappunto.

L’ex dirigente sportivo, Luciano Moggi, è stato adocchiato a bordo campo della sfida fra le Primavera di Napoli e Juventus lo scorso 14 gennaio. Un atteggiamento che evidentemente pensava potesse passare inosservato e invece la FIGC ha aperto un’inchiesta, alcune settimane dopo. La motivazione è dovuta al fatto che si tratti di un dirigente radiato a causa degli scandali legati a Calciopoli.

Moggi con gli occhiali
Le parole di Moggi a LaPresse su Chiné (ANSA)
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Mercoledì la FIGC ha ascoltato anche Gianluca Pessotto, coordinatore degli staff tecnici della Juventus, il quale era stato visto e immortalato a pochi metri dal campo a Cercola insieme a Moggi, col quale si era intrattenuto a parlare diverso tempo. Chiné della Procura Federale sta indagando nel dettaglio rispetto a eventuali violazioni realizzate per consentire all’ex direttore generale bianconero di essere a bordo campo.

Proprio lui stesso, Luciano Moggi, attraverso l’agenzia di stampa ‘LaPresse’, si è difeso sull’accaduto: “Abito a Napoli e ho letto di questa partita. Sono andato a Cercola insieme a due amici, che sono testimoni e li citerò, e siccome non sono pratico, ho chiesto all’inserviente, che mi ha fatto passare a bordo campo”.

Moggi serio
Inchiesta su Moggi, risponde a Chiné (LaPresse)
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Moggi risponde a Chiné: “Non sanno nemmeno cosa significhi radiazione”

L’ex dirigente quindi ritiene semplicemente di aver seguito un’indicazione ricevuta e in merito al dialogo con Pessotto precisa: “L’ho salutato calorosamente perché è stato un mio giocatore. Chinè non può dire che io non posso parlare con qualcuno, perché questo è stalking. Non possono vietarmi pure di parlare. Non capisco perché sia stata mandata una persona a Torino a parlare con Pessotto e non a Napoli per parlare con l’inserviente, che gli avrebbe dato questa mia spiegazione”.

Poi l’attacco diretto ancora più fermamente a Chiné: “Non sanno nemmeno cosa significhi radiazione. Significa che non si fa parte dei ruoli della Federazione. Sono cose che lasciano il tempo che trovano. Non mi colgono di sorpresa e non mi danno fastidio. Con me hanno trovato uno che si sa difendere. Più che radiarmi cosa possono fare, fucilarmi? Io sono radiato, non so che sviluppi possano esserci”.

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