Dopo gli scontri Napoli-Roma sull’A1 di domenica, parla la madre di Ciro Esposito, tifoso ucciso durante la finale di Coppa Italia del 2014.
Continuano a non placarsi le polemiche dopo gli scontri tra ultras sulla A1 di domenica pomeriggio, che hanno coinvolto tifosi di Napoli e Roma. Secondo le ultime ricostruzioni, l’agguato inizialmente sarebbe dovuto avvenire a Genova, coinvolgendo anche i sostenitori di altri club. Nel frattempo, la politica parla di provvedimenti seri, a partire da partite a porte chiuse e ritorno della tessera del tifoso. Mosse che però in passato hanno dato risultati poco convincenti.
Sulle ragioni che hanno portato allo scontro tra le due tifoserie ci sono invece molti meno dubbi. La rivalità tra gli ultras napoletani e quelli giallorossi è di lunga data, e risalirebbe almeno agli anni Ottanta. A peggiorare le cose, più di recente, c’è stato sicuramente il caso dell’omicidio del tifoso partenopeo Ciro Esposito, avvenuto durante la finale di Coppa Italia del 2014. In quell’occasione, il ragazzo venne colpito da uno sparo, esploso dall’ultras romanista Daniele De Santis.
Ed è di questo che è tornata a parlare di recente Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, intervenuta alla trasmissione “Campania Oggi”, in onda su Teleclubitalia. La donna ha ricordato le circostanze che sono costate la vita a suo figlio, ormai quasi nove anni fa. “È stato ucciso in agguato, non in uno scontro” ha detto.
Scontri Napoli-Roma, le accuse alla politica della madre di Ciro Esposito
“Questi ragazzi hanno un’opportunità preziosa: la vita. E a volte la possono mettere a rischio per una rivalità calcistica” spiega la madre di Ciro Esposito. Il suo maggiore timore, continua la donna, è che quanto accaduto a suo figlio non abbia insegnato nulla, e possa invece ripetersi. Che invita anche a non usare il nome del ragazzo morto nel 2014 per alimentare sentimenti di vendetta e altra violenza.
Ma nelle sue parole Antonella Leardi lancia anche un duro messaggio alla politica, che anche in questi giorni discute delle misure eccezionali contro la violenza dei tifosi. “In nove anni avrebbero potuto fare qualcosa. Prendessero dei seri provvedimenti, perché da 9 anni a questa parte non è stato fatto nulla”.