La Procura Federale riapre l’inchiesta Prisma relativa alle plusvalenze ma il Napoli non figura: c’è una ragione precisa.
La FIGC attraverso una nota ufficiale ha fatto sapere che Juventus, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara tornano in giudizio. Ad attivare la Giustizia Sportiva è stata l’inchiesta Prisma relativa alla plusvalenze. Nel mirino le condotte dei vari club dopo una riesamina di tutti gli atti e i documenti a disposizione.
Una situazione che in qualche moto potrebbe essere allarmante e rispetto alla quale ci si è chiesti come mai sia stato escluso il Napoli. In precedenza, infatti, aveva fatto rumore anche l’affare che nel 2020 ha portato Victor Osimhen dal Lille di Francia al club azzurro. L’affare si concluse intorno ai 70 milioni di euro complessivi, divenendo il più oneroso nella storia della società campana.
A fornire una spiegazione rispetto al fatto che il Napoli non sia stato menzionato all’interno dell’inchiesta è stato il giornalista ed economista Marco Bellinazzo, intervenuto ai microfoni di ‘Punto Nuovo Sport Show’ in onda su ‘Radio Punto Nuovo’.
Inchiesta plusvalenze, Bellinazzo spiega: “Il Napoli assente perché…”
“Inizialmente sembrava che la questione delle plusvalenze avesse un peso minore nell’ambito dell’inchiesta Prisma, per ciò che concerne la Giustizia Sportiva. Invece ieri è giunto il colpo di scena. Il fronte era stato archiviato in primo e secondo grado dalla Procura Federale”, chiarisce Bellinazzo. Cos’è cambiato allora? È accaduto che è stato richiesto proprio dalla Procura Federale di rimettere tutto in discussione e sono coinvolti la Juventus e altri otto club. Il Napoli no perché “non si pone in analisi tanto la valutazione dei calciatore in sé, inficiata da un valore puramente soggettivo”.
Ciò che si cerca di comprendere e analizzare è più preciso: “C’è di diverso che il pericolo presente in quelle pagine rivelerebbe prove di aver dato volutamente un altro valore più alto ai calciatori per abbellire i bilanci rispettivi. Si tratterebbe di una specie di confessione e consente alla Procura Federale di riaprire il processo. Anche la Procura di Torino a sua volta potrebbe insistere. Non ci resta che augurarci un 2023 di maggiore chiarezza e trasparenza”.