Un nuovo colpo di scena sulla Carta Ronaldo si affaccia nell’universo Juventus, avvolto da mille ombre e confini ancora poco chiari.
Mentre il campionato di Serie A è fermo, causa Mondiali di Qatar 2022, e l’Italia è anch’essa ferma poiché non vi prende parte, protagonista assoluta dell’attenzione è la Juventus e gli eventi attorno ai vertici del club, i quali in realtà hanno rassegnato le dimissioni nei vari membri del Consiglio d’amministrazione e sono ora sottoposti ad indagine giudiziaria.
Nel mirino della giustizia ordinaria sono finite le trame legate alle plusvalenze di giocatori da parte del club, come principale fattore, e il tesseramento di Cristiano Ronaldo. In merito ha parlato il giornalista Antonio Massari, durante il suo intervento in diretta a ‘Calciomercato.it’ in onda su ‘TV Play’.
Il collega si è soffermato soprattutto su ciò che coinvolge Cristiano Ronaldo: “Sono state rinvenute tre carte. CR7 si era ridotto lo stipendio nell’andare alla Juventus, ma aveva stretto un altro accordo. C’era per lui un premio fedeltà scaglionato in rate, qualora nel luglio 2021 fosse stato ancora un giocatore bianconero, e avrebbe ritrovato così i 20 milioni di euro ai quali aveva inizialmente rinunciato. In questa prima carta si annunciavano le altre due, di cui una sul premio fedeltà e l’altra era una scrittura privata secondo cui, se non si fosse avverata la condizione precedente, avrebbe ricevuto comunque un incentivo dello stesso valore. Che restasse o andasse via, avrebbe quindi comunque ripreso i soldi a cui aveva rinunciato”.
Antonio Massari continua: “La rilevanza dal punto di vista penale si trova nel fatto che la Juventus è quotata in borsa, quindi risponde a regole più stringenti. Se viene data soltanto l’informazione della rinuncia allo stipendio da parte di Ronaldo e non vengono informati gli azionisti del resto, a quel punto non sono stati informati correttamente. Il punto è che devono essere messe a bilancio in maniera corretta. La Juventus rischia un processo. Non sono reati piccoli e hanno una rilevanza, si tratta di una società che è tra le società immagine dell’Italia e della famiglia Agnelli nel mondo. Se dovessero stabilire, e sottolineo se, di andare a processo, ciò causerebbe molto rumore”.
In merito ai tempi processuali il giornalista è molto cauto: “Non saprei dire quando comincerebbe, i tempi della giustizia non sono molto felici. A mio avviso la Procura di Torino è stata rispettosa, non è stata un’indagine molto lunga e anche questo è un segno di rispetto”.
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