L’avvocato del Napoli Grassani è tornato sui famosi fatti del 2019 sottolineando un aspetto molto importante sulla squadra di Spalletti
Sul buonumore respirato dallo spogliatoio del Napoli influiscono enormemente i risultati ottenuti in questo avvio di stagione. La squadra di Luciano Spalletti rema in modo coeso. A giudicare dalle parole dell’avvocato della società partenopea Mattia Grassani non è sempre stato questo il clima che si è respirato all’interno dello spogliatoio azzurro.
I fatti ai quali fa riferimento l’incresciosa vicenda sulla quale è tornato il legale nel corso della trasmissione ‘Si gonfia la rete’ su ‘Radio Crc’, risalgono a novembre 2019. Si è parlato di ammutinamento della squadra. Una situazione che ha portato ad evidenti frizioni tra calciatori e società e che continua a vivere ancora oggi nelle aule di tribunale.
L’avvocato Mattia Grassani è tornato sull’ammutinamento del 2019 e in particolare sul ricorso presentato dall’ex centrocampista del Napoli Allan: “La domanda di Allan sulla nullità del lodo arbitrale non è stata accolta. Dovrà pagare 170mila euro. Quella sera dentro lo spogliatoio ci furono comportamenti inappropriati. Il suo fu il più grave di tutti. Durante l’arbitrato è emerso che c’è stata una spaccata insubordinazione collettiva capeggiata da Allan, che ha tentato di aggredire e caricare fisicamente anche il vice presidente Edo De Laurentiis. Venne fermato dal direttore sportivo Giuntoli”.
Grassani ha poi continuato: “Allan ha fatto sapere che difficilmente pagherà quella cifra. Da parte nostra siamo pronti a partire per Dubai e se ci sarà qualcosa da pignorare lo faremo. Atteggiamenti come quelli devono essere perseguiti. La società si attiverà per pignorare tutto ciò che è riconducibile a lui. I procedimenti arbitrali già definiti hanno sancito che la squadra aveva correttamente indetto un ritiro per raggiungere gli obiettivi. Non era punitivo”.
Grassani poi lascia intendere che il repulisti nello spogliatoio può aver contribuito alla ritrovata armonia: “Ci sono altri arbitrati pendenti, Insigne, Ospina, Fabian e aspettiamo anche Koulibaly. Se fossero rimasti sarebbe stato difficile allenarsi e poi andare in tribunale. La scelta del presidente è stata impostata sull’armonia. I fatti post Salisburgo testimoniano che in quel momento non ce ne fosse tanta”
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